Il personale educativo è in possesso dei requisiti previsti dalla normativa nazionale e regionale e comunque di un diploma quale: diploma di abilitazione all’insegnamento nelle scuole di grado preparatorio, diploma di scuola magistrale, diploma di maturità magistrale, diploma di maturità rilasciato da liceo socio pedagogico, diploma di laurea in scienze dell’educazione ed equipollenti.Le funzioni attribuite al personale educativo sono quelle previste dalla vigente normativa: Responsabilità della definizione e realizzazione dei progetti educativi e didattici con la supervisione della coordinatrice didattica.
L'èquipe è composta da :
Dirigente;
Responsabile di segreteria;
Personale ausiliario;
Coordinatrice didattica;
Tre maestre;
Due educatrici.
Metodo Montessori
Il metodo Montessori è un sistema educativo creato e sviluppato dall’italianissima Maria Montessori. E’ conosciuto in ogni parte del mondo e viene praticato in circa 65 mila scuole di tutto il mondo.
Cosa è il Metodo Montessori?
Il Metodo Montessori è una disciplina il cui obiettivo è dare libertà al bambino di manifestare la sua spontaneità.
Secondo Maria Montessori la vera salute, fisica e mentale, è il risultato della “liberazione dell’anima” . In questo percorso di liberalizzazione del bambino, l’adulto deve intervenire solo per aiutarlo a conquistarla. Ricreare ambienti familiari “su misura“, fornire oggetti pedagogici appositamente studiati, favorisce lo sviluppo intellettuale del bambino. Una attenta osservazione del suo comportamento, senza interferire, gli permetterà di imparare e di autocorreggersi.
L’adulto deve essere un “angelo custode” e lasciare il bimbo di esprimersi. Ricreare ambienti che possano aiutarlo ad interfacciarsi con la vita di tutti i giorni e fornire oggetti pedagogici pensati ad hoc, aumenta lo sviluppo intellettuale del bambino. Non interferire permetterà al bimbo di autocorreggersi e pensare a soluzioni per risolvere eventuali ostacoli.
Il principio Montessoriano quindi si basa sul dare la libertà al bambino di manifestare la sua spontaneità. Questo però non è un principio facile d’assimilare e da praticare. Ci troviamo in una società basata su regole che hanno sempre praticato ed insegnato l’obbedienza e la disciplina.
Per attuare questo metodo oltre ad imparare ad osservare il bambino, bisogna imparare anche ad interpretare le sue azioni prima di intervenire. Spesso queste azioni, considerate avventate o non consone, in realtà non sono altro che manifestazioni di un intenzione diversa da ciò che si presume. Inoltre spesso hanno anche un fine molto importante ed utile per il bambino stesso.
Per comprendere meglio, facciamo un esempio:
“Un bambino di due anni sbatte la sedia in terra rumorosamente. La mette sotto sopra, la gira e la rigira con energia, e cerca di salirci facendo tanto baccano.Rischia anche di cadere e farsi male.” Questo comportamento, in una prima analisi, potrebbe essere considerato un comportamento da bambino ribelle. Il suo scopo è soltanto fare rumore. Peggio ancora potrebbe farsi male. E se invece, il bambino stesse cercando semplicemente di capire come possa essere messa una sedia per salirci sopra?
E se quei movimenti fossero semplicemente “scoordinati” e sta cercando di capire come muoversi per raggiungere il suo scopo e “semplicemente” sedersi? Ovviamente non bisogna aspettare che lanci la sedia e faccia male a se stesso o ad altri, ma sicuramente si potrebbe intervenire in maniera diversa e costruttiva guardando un pò “oltre”. La reazione immediata è: “Smettila, non si fa! Ti fai male!”. Guardando “oltre”, potremmo spiegargli con calma: “Aspetta, guarda prova a mettere la sedia così… Tirati qui, ora prova a salirci”.
Non dimentichiamo mai che per il bambino, soprattutto da quell’età in poi, è tutta una grande scoperta. Noi adulti, purtroppo, capita spesso che diamo tante cose per “scontate”. Il bambino, in realtà, ne ha proprio tante di cose da imparare, anche il semplice modo di “muoversi” fisicamente negli ambienti… Il bambino deve scoprire come si fa, come deve scoprire gli oggetti, gli animali, i colori e tutte le altre infinite cose che il mondo gli offre.
È come quando impara a camminare. In questo caso è palese che deve imparare e lo aiutiamo a farlo senza pregiudizi, con calma e dedizione. Ma ci sono molte altre cose che per lui “fisicamente” sono molto difficili da fare, come spostare una sedia. Proprio sulla base di questo, prima d’intervenire, andrebbe sempre fatta un attenta analisi e studio del suo comportamento. Se sempre sgridato e bloccato subito, senza mai raggiungere il suo intento, gli si toglierà la libertà di imparare da solo un azione che gli serve per crescere.
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